- Ciao
Paolo, come è andata al campo oggi? - Mi dice Barbara quando
rientro a casa.
- Ciao, tutto bene. - Le rispondo.
- Ti va un caffè? -
- Sicuro! Mi cambio e vengo in cucina. -
Passo in
veranda, mi infilo i pantaloncini e la maglietta, incalzo gli zoccoli
e, finalmente la mia pelle respira. Di anno in anno sopporto sempre
meno l’estate: l’afa, il sudore, i vestiti che s’appiccicano
addosso; l’unica cosa che acquieta la mia temperatura corporea,
è l’ipotesi, o illusione se preferite, di poter entrare
in una pozza d’acqua e rimanerci dentro finché non arriva
l’inverno, oppure, meglio ancora, entrare in un frigorifero, e
stare lì, seduto fra i ghiaccioli del freezer, finché
il fon che alita vorticosamente là fuori, non si fonde e muore.
Per non parlare poi delle complicazioni che l’estate si porta
dietro: l’erba che inspiegabilmente continua a crescere in assenza
di acqua e spiga a due centimetri da terra, le zanzare, le mosche e
tutti parassiti che Madre Natura ha avuto la compiacenza di mettere
al mondo. E che dire del pericolo degli incendi. Gli indigeni del posto
dove abitiamo danno fuoco a tutto e nessuno dice niente. Barbara ed
io, in questo periodo, viviamo nell’incubo delle fiamme e…
meglio parlar d’altro, anzi, andiamo in cucina, un caffè
c’aspetta.
Non faccio in tempo ad aprire la porta che Tortuga mi si lancia fra
le braccia e Barbara, come tutte le volte che assiste alla scena, intona
per la mia pastorella ‘O sole mio’ … placata la fidanzata
(Tortuga) bacio mia moglie e sbircio sul computer acceso mentre lei
si appresta a preparare il caffè.
- Cosa guardavi?
– Le chiedo.
- Manda indietro di una pagina e dimmi cosa pensi. – Mi risponde.
Clicco sulla
freccia indietro e, due occhi di lupo mi ipnotizzano. Nella mia mente
si fa ‘il vuoto’. Non riesco a pensare, sono completamente
rapito da quello sguardo.
- Paolo?
-
A destarmi
è la voce di Barbara.
Vorrei dirle subito ‘ma cosa ci vai a fare su internet?’
però gli occhi del Lupo sono nelle mie parole tanto che anche
lei ne rimane sorpresa.
- Non volevo
fartela vedere, però quel Lupo ha qualcosa di particolare…
non ti sto dicendo di portarlo a casa, lo so che siamo tanti e siamo
alla stremo delle forze, ma, dico io, non possiamo fare qualcosa? –
Le parole
di Barbara rimbombano nella mia testa ‘non si può fare
qualcosa’. Vorrei fare qualcosa, anzi, ne vorrei fare tante, e
sono le solite cose che offuscano i miei pensieri, intorno alle ingiustizie
o sulle incongruenze delle persone che abbandonano i Cani senza provare
vergogna e rimorso. ‘Non si può fare qualcosa’. E
mentre penso e ripenso, mi torna in mente una lezione che proprio questo
pomeriggio ho tenuto al campo con Titti e i suoi due Cecoslovacchi:
Elvyys e Akylah.
Le lezioni con Titti hanno sempre qualcosa di interessante: le domande
che mi pone, le risposte che prova a darsi cercando di ragionare come
un vero Cane Lupo Cecoslovacco, i progressi che fa… oggi fra le
altre cose, abbiamo parlato della piaga dilagante dell’abbandono
di questi ibridi di Lupo, non che fra le altre razze non esista il problema,
ma essendo i Cecoslovacchi, quelli di cui stavamo parlando, mi racconta
di un fratello del suo Elviss, Christal… e adesso, eccolo lì
davanti a me, con lo sguardo ipnotizzante del selvatico, smarrito nel
nulla.
- Ma lo
sai che proprio oggi, Titti mi ha parlato di questo Cane. –
E Barbara
da brava filosofa-mistica che non crede al caso, mi ha risposto: ‘vogliamo
informarci?’
Christal, un Cane Lupo senza leader, senza certezze, senza
educazione. Bisognoso di un branco e di un posto nel branco.
Dopo poche ore che eravamo insieme, abbiamo avuto un piccolo
chiarimento, o meglio, lui mi ha fatto una richiesta, un modo
tutto particolare di chiedermi di fare conoscenza, e gli ho risposto.
Mi ha chiesto protezione e fiducia, e io gliel’ho date.
Da quel momento Christal ha cominciato a colmare i grandi vuoti
del passato, per prima cosa si è sdraiato a terra rivolto
verso di me, e con le spalle al mondo si è assopito. Come
direbbe Barbara: ‘ha chiuso il cerchio’.
Tante volte Barbara, mi ha parlato degli atteggiamenti che
i nostri Saarloos hanno con lei nell’intimo di casa, atteggiamenti
completamente diversi da tutti gli altri nostri Cani, posture
del corpo, espressioni del viso, modulazioni della voce, dialettica
emozionale, e oggi, ho capito esattamente di cosa parla. Fra Christal
e me è nato qualcosa.
Ora viviamo insieme tutto il giorno, viene a lavorare con
me e minuto dopo minuto affiora la sua fierezza lupina. È
uno spettacolo averlo nel branco.
Un ringraziamento particolare a Francesca Asmonti, a Laura
del canile dove stava Chris, a Ilaria e Francesco Boldrini che
mi hanno aiutato a portare a casa questo bellissimo Lupo.
Grazie
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